“Tu hai scelto? L'ora di religione cattolica a scuola è esperienza che unisce”: è il video spot curato dal Servizio informatico della diocesi di Padova con l'Ufficio scuola diocesano, per dire che l'ora di religione a scuola è aperta a tutti e i confini tra le religioni devono essere non fossati ma soglie di dialogo rispettoso. Secondo i dati che si raccolgono nelle scuole da alcuni anni, quasi il 50 per cento degli alunni stranieri presenti nelle scuole frequentano l'ora di religione. Non c'è da compiacersene. È invece evidente che vi sono molti tra i giovani – immigrati e non – che percorrono i dieci anni della filiera scolastica dell'obbligo senza aver mai posto a tema le domande di senso della vita che ogni giovane porta dentro di sé; e senza essersi confrontato con i “diversi” in fatto di religione.
Come in un compito per casa, sulla lavagna si leggono una affermazione e una negazione – “Ogni religione è scuola di amore. Nessuna religione predica l'odio” – e una domanda ai ragazzi: “Che dite?”. Le commentano sette ragazzi e ragazze, di altrettante nazionalità, cultura e tradizioni religiose – dal filippino alla romena, dalla cinese al magrebino. I sette messaggi non lasciano dubbi: i giovani portano dentro di sé una esperienza e l'intuizione che “Dio è amore”, che l'amore del prossimo è al centro di un'etica condivisa, “che dove non c'è amore non c'è niente”, che “l'inferno è la sofferenza di non poter amare”.
Si potrebbe osservare che nelle affermazioni scritte si annida il rischio del relativismo (una religione vale l'altra, le religioni si equivalgono), o un ottimismo irreale e infondato, viste nazioni e istituzioni ove in nome della religione si giustificano guerre e perfino terrorismo in nome di Dio.
Ecco la funzione di quell'ora di scuola ove la religione è posta a tema sia nelle sue espressioni storiche, con riferimento anche alla religione cattolica, sia nei riflessi esperienziali personali della sensibilità e della coscienza dei giovani: per imparare a distinguere tra religione da un lato e costumi e tradizioni storiche e culturali dall'altro; per imparare a depurare il linguaggio da espressioni non rispettose o irriguardose della religione dell'altro.
L'insegnante di religione cattolica è preparato non a saper parlare di tutte le religioni, ma certamente a individuare all'interno della esperienza e tradizione religiosa di cui “l'altro” è testimone valori autentici da riconoscere, da condividere o apprendere; e ad educare al rispetto rigoroso della libertà di coscienza e di religione di tutti. La scuola grazie anche all'ora di religione si fa riconoscere come una palestra di dialogo di interazione e di reciproca integrazione culturale e sociale vivendo ciascuno la propria religione, ciascuno essendo testimone di una sola umanità.
È l'umanità che, avendo in Dio creatore una sola origine cammina anche verso il solo fine ultimo, che è Dio stesso, del quale la provvidenza, la testimonianza di bontà e il disegno di salvezza si estendono a tutti, come il Concilio Vaticano II insegna (cf la Dichiarazione Nostra aetate n. 1 e il Catechismo della Chesa Cattolica n 842).