IL VALORE AGGIUNTO DELL'IRC NELLA SCUOLA PER UNA FORMAZIONE DAVVERO INTEGRALE (11.03.2010)

Ogni anno, con l’apertura delle iscrizioni a scuola, si presenta alle famiglie e agli studenti l’opportunità di avvalersi dell’Insegnamento della Religione Cattolica (IRC).

In tale periodo può essere utile condividere alcuni brevi pensieri e riflessioni sulle ragioni per le quali l’IRC costituisce un valore aggiunto all’interno del panorama scolastico e culturale italiano.

Innanzitutto, L’IRC si presenta come una proposta educativa che consiste nella risposta cristiano-cattolica ai grandi interrogativi posti dalla condizione umana. Ciò significa che l’IRC, lungi dalla pretesa di promuovere negli alunni una esplicita professione di fede (quest’ultimo è invece obiettivo specifico della catechesi ecclesiale), intende, nella prospettiva squisitamente culturale propria di una scuola che non può non “educare istruendo e istruire educando”, aiutare le nuove generazioni a “crescere in umanità”, concorrendo a tale scopo insieme a tutte le altre discipline scolastiche.

Questo suo fine si fonda sulla certezza secondo cui la dimensione religiosa non è una sovrastruttura. Al contrario essa è parte integrante della persona, sin dalla primissima infanzia, ed è apertura fondamentale all’alterità e al mistero che presiede ogni relazione tra gli esseri umani. La dimensione religiosa è intrinseca al fatto culturale e concorre, dunque, alla formazione globale della persona.

Tale obiettivo, lungi dal configurarsi come un privilegio o una discriminazione, può essere perseguito soprattutto in quanto «l’insegnamento della religione cattolica a scuola, mentre offre una prima conoscenza dei dati storico-positivi della Rivelazione cristiana, favorisce e accompagna lo sviluppo intellettuale e di tutti gli altri aspetti della persona, mediante l’approfondimento critico delle questioni di fondo poste dalla religione stessa. Per tale motivo, come espressione della laicità dello stato, l’IRC è offerto a tutti in quanto opportunità preziosa per la conoscenza del cristianesimo, come radice di tanta parte della cultura italiana ed europea» (Indicazioni per il curricolo per la scuola dell'infanzia e per il primo ciclo di istruzione – 2007).

A tal proposito, occorre aggiungere che la presenza dell’IRC in alcun modo contrasta con una società, qual è la nostra, caratterizzata da una crescente multiculturalità e multireligiosità. Infatti, fermo restando le disposizioni concordatarie, che – nel rispetto della libertà di coscienza – prevedono per gli studenti la possibilità di avvalersi o meno dell’IRC, è proprio grazie al confronto con la forma storica della religione cattolica che si contribuisce alla convivenza civile, attraverso la conoscenza di importanti aspetti dell’identità culturale di appartenenza da un lato e l’instaurarsi di  relazioni positive tra persone di culture e religioni differenti dall’altro. In tal modo, l’IRC a scuola è «un valido esempio di quello spirito positivo di laicità che permette di promuovere una convivenza civile costruttiva, fondata sul rispetto reciproco e sul dialogo leale, valori di cui un Paese ha sempre bisogno» (Benedetto XVI – 25 aprile 2009).

Del resto già nel 1991, con la sentenza n. 13, la Corte costituzionale ribadiva il concetto sostenendo che l’IRC «non è causa di discriminazione e non contrasta – essendone anzi una manifestazione – col principio supremo di laicità dello Stato». Al contrario, una scuola pubblica senza l’insegnamento della religione sarebbe una scuola laicista, sarebbe una scuola che non rispetta i dati fondamentali della realtà culturale del nostro Paese, una scuola meno capace di aiutare a comprendere ed approfondire questioni riguardanti l’attualità di cui tutti i giorni il mondo delle telecomunicazioni ci parla.

Per concludere, due belle testimonianze di studentesse della scuola superiore (pescate da Facebook, il network per eccellenza), possono aiutarci a comprendere quanto siano concrete e reali le riflessioni appena proposte:

1) «Scelgo l'ora di religione perché trovo che sia un momento di formazione notevole. Non molti sono oggigiorno i confronti, le discussioni tra i giovani: attraverso le attività che vengono proposte, si può capire molto degli altri ma molto anche si noi stessi!!!! Devo dire solo grazie ai prof. che ho avuto di religione, anche grazie al loro aiuto che si riesce a crescere… è un'occasione che non deve essere persa, è un'occasione di vita da non sottovalutare!!!!!!!»;

2) «Anche se non sono cattolica, io scelgo l'ora di religione perché sono interessata a conoscerla e poi perché durante quest'ora noi parliamo di attualità e molte cose che succedono nei giorni nostri e penso che a noi giovani può interessare molto…».

 

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