A scuola si domanda di insegnare e apprendere ciò che è importante per la vita. Perciò la scuola non solo insegna, ma insegnando educa. Ad una vita onesta e buona.
Da papa Francesco e dai suoi gesti prima che dalle parole tutti impariamo ogni giorno di più ciò che è essenziale per una vita buona. Il Papa che viene dalla fine del mondo affascina cristiani cattolici e non cattolici, non cristiani, credenti e non credenti. Sa parlare al cuore e alla mente di tutti. Con rispetto e con gesti semplici e umani. Il 4 ottobre ha fatto visita ad Assisi, ha incontrato bambini bisognosi di cure sanitarie, poi tanta gente e giovani provenienti dall'Umbria e i Frati francescani e le Clarisse. Chi ha visto il Papa sostare in prolungata preghiera alla tomba di san Francesco, ha scritto che quello è stato veramente l'incontro di due figure – il Papa e il Santo di Assisi – che portano direttamente a ciò che è essenziale: la Povertà come spogliazione di tutto ciò che è “mondanità”, la Fraternità come condizione e via per la Pace, la custodia del Creato perché sia casa abitabile e accogliente per gli uomini di tutto il mondo.
È il programma che papa Francesco affida a tutta la Chiesa, specialmente ai giovani. Mirare all'essenziale per fare centro, o goal nella partita che è la vita, e saper vincere non solo per sé ma anche per gli altri e con gli altri.
Ecco il contributo della religione cattolica nella scuola, come insegnamento organico al Piano della offerta formativa di ogni grado di scuola e di indirizzo, di istruzione e di formazione professionale: apprendere l'ascolto della voce di Dio nella coscienza e riconoscere i segni di Dio nel creato e nel prossimo, nella cultura e storia dell'Italia e dell'Europa, nella storia dell'umanità e, specialmente, nel Vangelo e nella vita di Gesù.
Papa Francesco dice infatti ai giovani che “il Vangelo non riguarda solo la religione, riguarda l'uomo, tutto l'uomo, riguarda il mondo, la società, la civiltà umana. E' il messaggio di salvezza di Dio per l'umanità”.
La religione cattolica non vuole fare proselitismo. Non è un'azienda in cerca di clienti. “La Chiesa non cresce per proselitismo. Cresce per attrazione, l'attrazione della testimonianza che ognuno di noi dà al Popolo di Dio” nella sua vita privata e pubblica, a scuola come nella professione, nella politica e nelle istituzioni, privilegiando l'attenzione ai poveri delle periferie di ogni tipo.
A ciascuno compete moralmente il diritto e il dovere dell'ascolto della propria coscienza che chiama a fare il bene e a fuggire il male. A questo “compito” che è di tutti, forse danno voce tutte le religioni, le quali sono vie per la pace, anche se non sempre e non tutte sono in grado di guarire il cuore dal virus della violenza.
L'insegnamento della religione cattolica si fonda sulla Parola e la Storia di salvezza consegnata nella Bibbia ebraica e cristiana e guarda al magistero della vita e della parola di Francesco. Così l'ora di religione conta di “fare centro” perché tutti, di qualsiasi nazionalità, cultura e tradizione religiosa, crescano in una umanità competente in relazioni autentiche e responsabili per il bene comune.
Padova, 3 dicembre 2013