Far memoria…

Nel giorno della memoria l'itinerario spirituale di Etty Hillesum ci può guidare verso una nuova consapevolezza della storia di ogni uomo, della storia attraversata dalla sofferenza, della storia attraversata nel buio più oscuro da una luce di speranza.
«Cosa spinge l'uomo a distruggere così i propri simili?”, domandava Jan con amarezza.
“Gli uomini, non dimenticare che tu sei uno di loro“, gli dissi. Per una volta mi diede ragione, quel brontolone di Jan.
Continuai il mio ragionamento: “E l'atrocità degli altri è anche in noi. E non vedo altra soluzione, davvero nessun'altra soluzione, se non quella di rientrare in se stessi e di estirpare dal proprio animo tutto questo marciume. Non credo che possiamo correggere una qualunque cosa nel mondo esteriore, che non abbiamo prima corretto dentro di noi. L'unica lezione di questa guerra è di averci insegnato a cercare in noi stessi, e non altrove”.
Jan sembrava del mio parere, era aperto al dialogo, s'interrogava come una volta.
Affermò: “È così facile questo desiderio di vendetta, ma non ci porterà a niente“.
Eravamo là, al freddo, ad aspettare il tram. Jan aveva un fortissimo mal di denti e le mani violacee. Ma non stavamo proclamando teorie. I nostri pofessori sono internati. Un amico di Jan era appena morto per le sevizie alle quali era stato sottomesso.
I motivi di sconforto non si contavano più, ma noi ci dicevamo: “È troppo facile questo desiderio di vendetta”.
Ecco il barlume di speranza di questa giornata».
 
Dal diario di Etty Hillesum, 19 febbraio 1942, p. 254.